Virgilio

La vita

Publio Virgilio Marone nasce il 15 ottobre del 70 a.c. vicino a Mantova, ad Andes (oggi Pietole), un piccolo villaggio.

I suoi genitori erano agiati agricoltori molto legati alla terra.

Virgilio riceve una formazione classica e un'accurata educazione letteraria: studia grammatica e retorica a Cremona, Milano e Roma, mentre a Napoli approfondisce i suoi interessi filosofici e scientifici e probabilmente frequenta il circolo epicureo di Sirone.

La guerra civile di Ottaviano e Antonio comporta la confisca dei terreni nel mantovano, viene così privato del suo podere.

Decide quindi di trasferirsi definitivamente a Roma, lì entra in contatto con i maggiori circoli culturali del tempo e stringe amicizia con uomini importanti e protettori di artisti e poeti come Asinio Pollione e Mecenate, inoltre compone le sue opere, dapprima Le Bucoliche (39 a.C.) e poi Le Georgiche (37-30 a.C.).

La grande opera di Virgilio, è l'Eneide (30-19 a.C.), un poema epico, in 12 libri, scritto con lo scopo di esaltare le origini di Roma e di celebrare la famiglia Giulia e il suo massimo esponente, l'imperatore Ottaviano.

L'opera viene redatta prima in prosa e poi in versi e dopo la prima stesura Virgilio decide di intraprendere un viaggio di studio in Grecia e in Asia per raccogliere materiale utile per completare il poema e perfezionare la stesura definitiva.

Virgilio muore il 22 settembre del 19 a.C., a Brindisi.

Prima di morire chiede che l'Eneide venga distrutta perché incompiuta, ma l'opera viene salvata e pubblicata.

Viene sepolto a Napoli e si dice che morente abbia egli stesso dettato il suo epitaffio: "Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Partenope: cecini pascua, rura, duces" ("Mantova mi generò, la Calabria mi strappò alla vita, ora mi tiene Napoli: cantai i pascoli, i campi, gli eroi")


Virgilio nella Divina Commedia

Virgilio è uno dei personaggi chiave della Comedìa di Dante Alighieri. È la guida di Dante, colui che lo accompagnerà fino al Purgatorio. Dal Purgatorio in poi, infatti, sarà Beatrice ad accompagnare Dante in Paradiso in quanto Virgilio non essendo stato battezzato (perché morto prima della nascita di Cristo) non può salire in Paradiso e di conseguenza non può vedere Dio. La scelta di Virgilio come guida nei primi due regni dell'oltretomba non è stata una scelta casuale. Dante è un grandissimo stimatore di Virgilio, e sin dalla sua giovinezza Dante ha sempre studiato la figura di Virgilio e soprattutto l'Eneide. Dante quindi vede in Virgilio la figura ideale come sua guida.

Questo viaggio inizia proprio con Virgilio, incontrato nella selva oscura. È lui a mostrargli per prima cosa, all'ingresso dell'Inferno, le segrete cose, i misteri del regno dell'oltretomba. Virgilio è un modello di poesia e di umanità per Dante e lo si vede in parecchi episodi dell'Inferno: dal canto III quando incontra gli ignavi e Virgilio gli dice di "non curarsi di loro" (non ragioniam di lor, ma guarda e passa) ma di passare oltre, fino alla città di Dite quando Virgilio protegge Dante letteralmente con il suo corpo, facendo intervenire poi il messo celeste, ed è sempre Virgilio a spiegare a Dante come aggrapparsi sul corpo di Satana per uscire dall'Inferno. Virgilio e Dante sono come padre e figlio, tant'è vero che Virgilio chiama Dante "figlio" e Dante chiama Virgilio "Padre". Virgilio è un grande poeta dell'età classica, certamente ricordato per aver scritto opere meravigliose, ma è e verrà ricordato anche come colui che ha accompagnato Dante nei regni dell'oltretomba.


Cosa rappresenta

Nel Medioevo, periodo storico in cui visse Dante, la fede religiosa era la luce che tutto rischiara. Ciò va tenuto bene in conto perché non è un caso se Beatrice lo guiderà nel Paradiso. La donna che lui ama sarà la raffigurazione della Grazia Divina.

I critici della Divina Commedia sono unanimi nel definire il personaggio di Virgilio un'allegoria della ragione. Dante incontra Virgilio nel limbo ed egli non potrà accompagnarlo oltre il Purgatorio poiché vissuto in epoca antecedente il cristianesimo. Il motivo è presto detto: la ragione (Virgilio) da sola non può salvarlo a meno che non intervenga la teologia (Beatrice). Virgilio è un maestro di vita per Dante e, pertanto, incarna il Salvatore dagli istinti peccaminosi dell'uomo (Inferno) riconducendolo nella retta via (Purgatorio).

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