Introduzione a "La Divina Commedia"

L'Inferno

La Divina Commedia nasce dal bisogno di Dante di rinascita, in campo politico, spirituale e anche morale; non a caso infatti l'ambientazione viene datata nel 1300, l'anno del primo giubileo Cristiano, cioè l'anno della remissione dei peccati, tale collocazione temporale è implicita nella prima terzina del primo canto, poiché il poeta afferma: "nel mezzo del cammin di nostra vita" cioè trentacinque anni dopo la sua nascita avvenuta nel 1265 che ci riporta quindi al 1300.

Tutta l'opera è costellata di riferimenti biblici e varie allegorie, non solo nel testo ma anche nella struttura, essa è formata da cento canti raggruppati in tre cantiche che contengono trentatré canti tranne la prima poiché contiene un canto in più che ha la funzione di proemio dell'opera, la ripetizione del numero tre è sicuramente desiderata, il tre rappresenta la trinità, infatti Dante era un uomo del suo tempo e come tale molto legato alla simbologia che si riflette così nei suoi scritti.

La Comedīa, titolo originale dato dallo stesso Dante alla sua opera, è un poema auto diegetico proprio perché Dante è il narratore ma ha anche un ruolo ulteriore, non è solo un narratore onnisciente ma anche un personaggio che sta vivendo la vicenda per la prima volta, questa doppia presenza dona un effetto di suspense a tutte le cento cantiche.

Dante cede spesso la parola a dei narratori di secondo grado, esemplare è l'esempio di Francesca da Rimini nel V canto che tra l'altro segna una svolta epocale in quanto per la prima volta viene data voce ad una donna in un contesto così importante per giunta.

Dante utilizza sempre terzine, per tale motivo viene definita terzina dantesca il metro da egli utilizzato, queste terzine presentano tutte rime incatenate, infatti, il secondo verso di ogni strofa rima con il primo e il terzo verso della strofa successiva.


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